Un attacco di panico è un periodo di paura o disagio intensi, tipicamente con un inizio improvviso e durata variabile dai 2 agli 8 minuti. In alcuni casi la durata è maggiore, dalle due alle tre ore, e possono susseguirsi più attacchi consecutivi. I sintomi includono tremore, respirazione superficiale, sudore, nausea, vertigini, iperventilazione, parestesie (sensazione di formicolio), tachicardia, sensazione di soffocamento o asfissia. La manifestazione è significativamente diversa da quanto avviene negli altri tipi di disturbi di ansia, gli attacchi sono improvvisi, non sembrano provocati da alcunché e spesso sono debilitanti. Un episodio è spesso categorizzato come un circolo vizioso dove i sintomi mentali accrescono i sintomi fisici, e viceversa.
La maggior parte delle persone che sperimentano un attacco, poi ne ha altri in seguito. Se una persona ha attacchi ripetuti, oppure sente una forte ansia riguardo alla possibilità di avere un altro attacco, allora si dice che ha un "disturbo da attacchi di panico" o DAP.
Indice [nascondi]
1 Introduzione
2 Sintomi
3 Fobie provocate
4 Epidemiologia
5 Terapia
5.1 Psicoterapia
5.2 Terapia farmacologica
6 Cause
7 Note
8 Collegamenti esterni
Introduzione [modifica]
La maggior parte delle persone che soffre di attacchi di panico riferisce paura di morire, di “impazzire” o perdere il controllo su emozioni e comportamento. L'esperienza generalmente provoca un forte bisogno di evitare o scappare dal posto in cui comincia l'attacco (risposta “fight or flight”) e, quando è associata a dolori al petto, tachicardia e respiro affannoso, porta a cercare aiuto presso servizi sanitari d'emergenza.
L'attacco di panico si distingue da altre forme di ansia dall'intensità e la sua natura improvvisa ed episodica. Gli attacchi di panico sono spesso esperiti dalle persone che soffrono di disturbi d'ansia, agorafobia, claustrofobia, fobia sociale, ipocondria e altre condizioni psicologiche che comprendono l'ansia, sebbene gli attacchi di panico non siano sempre indicativi di un disturbo mentale.
Le persone con fobie possono andare incontro ad attacchi di panico come risultato diretto dell'esposizione all'oggetto della fobia. Questi attacchi di panico sono di solito brevi e si attenuano rapidamente una volta che è stato rimosso il fattore scatenante.
Sintomi [modifica]
I sintomi di un attacco di panico, appaiono improvvisamente, senza alcuna causa apparente. Possono includere disturbi che interessano l'Apparato cardiocircolatorio e l'Apparato nervoso in senso lato:
Aumento della frequenza cardiaca o palpitazioni
Aumento della pressione arteriosa a valori molto elevati
Dolori al petto/braccio sinistro
Difficoltà di respirazione (dispnea), affanno
Formicolio o intorpidimento alle mani, al viso, ai piedi o alla bocca
Rossore al viso e al petto o brividi
Sudorazione
Parti distali fredde e sudate (mani e piedi)
Vampate di calore o brividi di freddo
Cefalea
Confusione mentale (difficoltà nell'organizzare pensieri e/o seguire un discorso correttamente)
Vertigini, stordimento, nausea, conati di vomito, senso di sbandamento
Pianto, grida ed urla strazianti con incapacità di comunicare a voce, spesso con sensazione di nodo alla gola
Sensazioni di sogno o distorsione percettiva (derealizzazione)
Dissociazione, percezione che non si è connessi al corpo o perfino che si è disconnessi dal tempo e dallo spazio (depersonalizzazione) o ci si sente come un automa
Terrore, una sensazione che qualcosa di inimmaginabilmente orribile sta per succedere e si è impotenti per prevenirlo
Paura di perdere il controllo e fare qualcosa di imbarazzante o di diventare matti
Paura di morire e/o sensazione di svenire
Sensazione di lingua e bocca asciutta con sapore metallico in bocca
Tendenza all'elaborazione ipocondriaca (timore di essere vittima di un male oscuro)
Tremori fini o a scatti
Sensazioni di rivissuto (deja-vu)
Possono presentarsi i cosiddetti "campanelli d'allarme" che includono una sensazione d'ansia, agitazione lieve/media, sensazione di paura che capiti qualcosa di disastroso, affanno, respirazione corta e confusione mentale.
Spesso i sintomi variano da un attacco all'altro.
In ogni caso l'attacco di panico ha tendenzialmente questi sintomi: per primo arriva l'improvviso inizio di una paura con poco o nessuno stimolo. Questo porta al rilascio di adrenalina (epinefrina) che causa la cosiddetta risposta “combatti o fuggi”, per cui il corpo si prepara ad un'attività fisica importante. Questo porta a sua volta ad una frequenza cardiaca accresciuta (tachicardia), respirazione rapida (iperventilazione) e sudorazione (che aumenta la presa e aiuta la perdita di calore). Siccome l'attività vigorosa succede raramente, l'iperventilazione porta ad abbassare i livelli di anidride carbonica nei polmoni e quindi nel sangue. Questo porta al cambiamento di pH del sangue che a sua volta porta ad altri sintomi, come formicolio o intorpidimento, vertigini e stordimento ed infine gli organi rilasciano il sangue da pompare nei muscoli per sopportare meglio un pericolo imminente (questo spesso porta a misurazioni pressorie erronee in quanto per l'appunto c'è un maggiore flusso di sangue negli arti). Da parte di qualcuno è anche possibile sentire di non essere in grado di trattenere l'aria che si respira, e di conseguenza cominciare a respirare più profondamente: anche questo fa decrescere i livelli di anidride carbonica nel sangue.
Chiunque si iperventila per un breve periodo di tempo può mostrare questi sintomi. Per le persone sofferenti di attacchi di panico che sanno questo, questi sintomi sono visti spesso come prova ulteriore di quanto sia seria la loro condizione. Un circolo vizioso di rilascio di adrenalina alimenta e peggiora i sintomi fisici e lo stress psicologico ma va ricordato che il soggetto colpito non è assolutamente in pericolo di vita.
Fobie provocate [modifica]
Le persone che hanno avuto un attacco di panico, per esempio mentre stavano guidando, facendo shopping in un negozio affollato o in ascensore, possono sviluppare paure irrazionali, chiamate fobie, riguardo alle situazioni e cominciare ad evitarle. Alla fine, lo schema di evitamento e il livello di ansia riguardo ad un altro attacco, possono raggiungere il punto in cui individui con disturbo di panico possono essere incapaci di guidare o perfino di uscire fuori casa. A questo stadio, si dice che la persona ha un disturbo di panico con agorafobia. Quindi il disturbo può avere un serio impatto sulla vita quotidiana di una persona, come altre patologie più gravi.
Epidemiologia [modifica]
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Terapia [modifica]
Psicoterapia [modifica]
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Terapia farmacologica [modifica]
La terapia farmacologica è prescrivibile in associazione alla psicoterapia, là dove quest'ultima trova indicazione, valutati i casi soggetto per soggetto. Essa è solitamente rappresentata dagli ansiolitici benzodiazepinici a emivita = > alle 48 ore in abbinamento ad antidepressivi di nuova generazione (SSRI); a volte, e in seguito a valutazione specialistica, possono essere utilizzati anche gli antidepressivi triciclici (TCA), buspirone e/o betabloccanti. Va ribadito che la terapia farmacologica deve tassativamente essere stabilita dal medico - possibilmente specialista - di concerto con il paziente, tenuto conto della sua storia personale pregressa (anamnesi patologica remota e recente), delle sue abitudini di vita, dell'età, della situazione familiare e di ogni altro elemento, soggettivo e oggettivo, che a giudizio del medico possa assumere rilievo a tali fini.
Una fra le molecole, facenti parte della famiglia degli (SSRI), che nei casi più gravi, in clinica, ha dimostrato la maggior efficacia nella cura del disturbo da panico, è la Paroxetina somministrata a dosi medio-alte (di norma 40 mg al giorno).
Cause [modifica]
Spesso i primi attacchi sono scatenati da una malattia fisica, da un forte stress o dall'uso di alcuni farmaci. Anche i pazienti con DPTS mostrano una maggiore frequenza di disturbo di panico rispetto alla popolazione generale. Le cause esatte del disturbo da panico sono ancora in fase di studio[1][2].
Studi condotti su animali ed umani, si sono concentrati nel localizzare le aree specifiche del cervello che sono coinvolte nei disturbi di ansia, come il disturbo di panico. La paura, un'emozione che si è evoluta per affrontare il pericolo, causa un'automatica, rapida risposta protettiva, che avviene senza il bisogno di pensiero cosciente[3]. La risposta di paura è coordinata da una struttura all'interno del cervello, chiamata amigdala[4].
Il tabagismo favorisce gli attacchi di panico.[5][6]
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